Ne cura più il miele che certe medicine

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metodico
view post Posted on 28/6/2008, 11:16




ciao

Quando si può "evitare" di prendere medicinali :

Ne cura più il miele che certe medicine

di Karen Rubin

Nuove terapie Gli scienziati sperimentano in laboratorio i principi attivi di questo alimento, ricco di sostanze antiossidanti e antibatteriche.

«Quando spariranno le api, all’umanità resteranno 4 anni di vita». La frase viene attribuita ad Albert Einstein ma, al di là della sua effettiva origine, riflette un dato di fatto: l’impollinazione, dovuta alle api e ad altri insetti, rende possibile la riproduzione del 75 per cento delle specie vegetali. La progressiva scomparsa delle api, in Europa e Stati Uniti, mette intanto a rischio la produzione di miele, proprio mentre studi scientifici ne dimostrano le proprietà curative. Se ne parla dall’8 al 12 giugno al Forum apimedica e apiquality organizzato da Università di Tor Vergata e Federazione apicoltori italiani.

«Il miele è formato da zuccheri e altri 180 composti, tra cui polifenoli e acidi fenolici, antiossidanti. Venti grammi ne contengono la stessa quantità di un bicchiere di vino rosso» calcola Antonella Canini, del Centro ricerca miele al dipartimento di biologia di Tor Vergata.

I mieli più ricchi in polifenoli sono quelli prodotti dalle api che prelevano nettare da piante spontanee. «Hanno un contenuto di antiossidanti da 2 a 10 volte quello di prodotti commerciali» prosegue Canini.

«In laboratorio abbiamo immerso cellule di melanoma umano in un liquido di conservazione, aggiungendovi un principio attivo estratto dal miele: la crescita delle cellule tumorali si è dimezzata» riferisce Roberto Bei, docente di patologia generale a Tor Vergata (l’esperimento è apparso sull’International journal of oncology). L’effetto antiproliferativo è dovuto alle alte concentrazioni di 5,7-dimetossicumarina: composto polifenolico presente nel miele di castagno, acacia, santoreggia. «È impensabile» precisa Bei «somministrarne dosi così elevate a un paziente, sarebbero tossiche. I polifenoli devono essere assunti, a bassi dosaggi e in modo prolungato, nella dieta».

Le proprietà terapeutiche del miele vengono studiate un po’ in tutto il mondo. In Nuova Zelanda le api, raccogliendo nettare da particolari cespugli (Leptosperum scoparium), producono il miele di Manuka: da un suo enzima si ricava perossido di idrogeno, antisettico con proprietà antibiotiche. «Il principio attivo di questo miele è un medicinale certificato, lo utilizziamo negli ospedali pubblici, ne fanno largo uso anche gli inglesi. Negli Stati Uniti ha ottenuto l’approvazione dalla Fda» racconta Peter Molan, ricercatore all’Università di Waikato, Nuova Zelanda. Agisce a contatto con i batteri, su ferite aperte e congiuntiviti, e funziona bene dove falliscono i comuni antibiotici.

«In Italia c’è ancora l’idea che le sostanze ricavate dalle api si riducano al miele da sciogliere nel latte per il mal di gola» dice Raffaele Cirone della Federazione apicoltori. «Invece i benefici dei prodotti apistici sono numerosi: la pappa reale ha proprietà immunostimolanti; i propoli hanno funzione battericida; e il veleno del pungiglione viene usato come terapia nelle malattie reumatiche».

Al Forum presenterà i risultati di una ricerca anche Ugo De Paula, dell’unità di radioterapia oncologica all’ospedale San Pietro di Roma: «Stiamo somministrando a un gruppo di pazienti un preparato a base di propoli in gel, per lenire alcune delle conseguenze della radioterapia, come mucositi ed eritemi. Non ci aspettiamo miracoli, la speranza è quella di migliorare la qualità della vita dei malati».

Fonte: www.panorama.it 8 giugno 2008
 
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